Sempre più a Sud Verso il Golfo Persico
Falak-Ol-Aflak |
Partiamo come al solito di buon mattino evitando per quanto possibile il traffico della città e ci dirigiamo verso sud in direzione di Khorramabad per visitare la fortezza medievale di Falak-Ol-Falak. L'arrivo in città è da dimenticare, c'è voluta quasi un'ora per attraversarla nel bel mezzo di un traffico infernale. Giunti nei pressi della fortezza non c'era nemmeno il posto di lasciare le moto ma per fortuna una persona molto distinta che si è qualificata come membro dell'amministrazione della città ci ha fatto parcheggiare nel cortile dell'annessa caserma militare. Prima di dedicarsi alle sue attività si è informato sul nostro itinerario sconsigliandoci di andare troppo a sud per via del clima troppo "caldo". Una persona molto simpatica e disponibile che ha poi voluto erudirci sulle bellezze di Khorramabad e della regione.
La fortezza, costruita su un promontorio roccioso che sovrasta la città è molto bella, e da lassù si gode di una splendida vista sulla khorramabad vecchia e nuova.
La città nuova |
Nel primo pomeriggio lasciamo Khorramabad e riprendiamo la strada verso sud avvicinandoci ancora una volta al confine con l'Iraq. Il tempo è splendido, il paesaggio cambia diventando quasi desertico e la temperatura comincia a farsi sentire. Dopo esserci persi più volte a causa delle indicazioni sbagliate del gps, abbiamo ripreso il vecchio sistema di navigazione: guardare la posizione del sole e sopratutto chiedere. Dopo parecchio girovagare in quelle lande desolate finalmente arriviamo al sito archeologico elamita di Choca Zanbil risalente al 1400 a.c.. Patrimonio dell'Unesco, racchiude al suo interno una magnifica Ziqqurat di mattoni rossi perfettamente conservati al punto da sembrare nuovi.
La Ziqqurat di Choca Zanbil |
E' tardi, il sole sta tramontando e noi siamo stanchi morti. Chiediamo al guardiano se da quelle parti c'è un hotel ma il più vicino è a circa 50 km di distanza. In assenza di cartelli stradali e col navigatore fuori uso ci fermiamo a chiedere indicazioni ad un militare che sta facendo l'autostop. Manco a dirlo lui si offre subito di accompagnarci per un pezzo di strada, Michele lo fa salire sulla sua moto e partiamo verso Shushtar. E il casco? ma siamo in Iran, mica possiamo sottilizzare su questi dettagli!
Arriviamo davanti all'hotel prescelto che però troviamo inspiegabilmente chiuso. Ma come al solito nessun problema, un ragazzo che ci stava seguendo col motorino ci offre immediatamente il suo aiuto, fa alcune telefonate e poi ci fa cenno di seguirlo e ci porta in un caratteristico hotel nel centro storico. Vorremmo ricompensarlo ma non c'è niente da fare. Gli iraniani sono fatti così.
Più tardi a cena in un locale tipico della città, si presenta un funzionario di polizia che vuole sapere quando siamo arrivati, dove siamo diretti e quando lasceremo Shushtar. Forse sarà per via delle elezioni imminenti, certo è che i nostri movimenti in Iran sono costantemente segnalati e monitorati. Alla lunga la cosa mi infastidisce un po.
Prima di tornare in hotel andiamo ad ammirare dall'alto di una terrazza gli antichi mulini ad acqua splendidamente illuminati, attrazione principale della città, poi tutti a dormire.