sabato 16 novembre 2013

1. Informazioni Generali


Viaggio su Due Ruote nel Paese degli Ayatollah




Ho pensato di aprire questo blog per condividere con altri appassionati motociclisti le esperienze, impressioni, emozioni, aneddoti e quant'altro sul mio recente viaggio in Iran.
Ovviamente non ho la pretesa di trattare l'argomento in modo esaustivo ma solo di fare una sintetica cronaca del viaggio e sopratutto di fornire alcune utili  indicazioni a chi volesse recarsi con la propria moto in questo affascinante Paese.

Documenti necessari
Il primo scoglio da superare, è stato il reperimento dei documenti che elenco brevemente:
Passaporto con validità residua di 6 mesi all'uscita dall'Iran - Visto Consolare - Assicurazione sanitaria - Carnet De Passage En Douane - Documenti della moto in originale - Assicurazione RC per la moto valida in Iran - Patente Internazionale.

Il Visto Consolare
Per l'ottenimento del Visto è necessario un "invito" da parte di un'agenzia iraniana. Bisogna farsi prendere le impronte digitali presso il Consolato Iraniano o presso una caserma di Polizia. E' stato necessario stipulare una "polizza sanitaria" specifica per la permanenza in Iran e necessita pure una polizza RC per la moto (qualora l'Iran non sia tra i Paesi compresi nella Carta Verde).
Per tutta la pratica del visto mi sono rivolto alla Adineh Travel di Milano che con grande professionalità mi ha risolto i molti problemi burocratici relativi a invito, assicurazione e impronte digitali. Il costo totale compresa l'assicurazione è stato di 180 euro.

Il Carnet De Passage En Douane
Per quanto riguarda il Carnet de Passage, l'ottenimento dello stesso è stato relativamente più semplice. Il CDP è rilasciato dall' ACI al costo di 150 euro per i soci dietro presentazione di una Fidejussione bancaria o assicurativa a suo favore. Sul sito dell'ACI è spiegato molto bene a cosa serve il CDP e quale dev'essere l'importo della fidejussione in funzione dell'età del veicolo. Il costo della Fidejussione va dal 2% al 4,5% del valore garantito a seconda dell'istituto di credito/assicurazione al quale ci si rivolge. L'importo della fidejussione nel caso di una moto di età inferiore ai 5 anni è pari al prezzo di listino attuale. Io mi sono rivolto alla mia banca  che per l' F800 GS mi ha rilasciato una fidejussione di 11.500 euro al costo di 250 euro.
I miei amici e compagni di viaggio, con moto più costose e rivolgendosi alle assicurazioni invece che alla banca (che però ti vincola l'importo garantito),  sono arrivati a spendere anche 750 euro.

La Patente Internazionale
Per guidare in Iran è necessaria la patente internazionale con durata triennale. La si può richiedere alla motorizzazione oppure in un'agenzia di pratiche auto, costa 70 euro e viene rilasciata nel giro di una settimana. In realtà non ci è mai stata richiesta durante le decine di controlli a cui siamo stati sottoposti da Polizia e Militari iraniani che hanno sempre voluto solo il passaporto.
A proposito del passaporto consiglio vivamente, una volta arrivati in Iran, di fare delle fotocopie dello stesso e sopratutto della pagina con il visto ed il timbro d'ingresso. Più di una volta abbiamo perso tempo (anche un'ora) ai posti di blocco in attesa che venissero registrati i dati dei passaporti. La fotocopia del passaporto ci avrebbe consentito di ripartire immediatamente.

Strade - Benzina - Traffico
Le Strade
Le strade in Iran sono generalmente buone, spesso a doppia carreggiata, ben asfaltate e percorribili con qualunque tipo di moto anche col passeggero. Ovviamente non mancano le strade sterrate che anche noi abbiamo ricercato e percorso sopratutto sui monti nella zona di confine con l'Armenia e l'Azerbaijan.
E' necessario fare molta attenzione ai rallentatori, numerosi in prossimità dei centri abitati, in quanto molto alti e assolutamente Non segnalati.
Sono rimasto stupito nel vedere la segnaletica stradale anche in inglese, che per un Paese "nemico"  degli americani e dell'occidente è alquanto singolare. La lingua ufficiale è il farsi, anche se nelle varie regioni si parlano lingue diverse come l'azero, il curdo ecc. In ogni caso tutte lingue per noi totalmente incomprensibili.

La Benzina
La benzina, di scarsa qualità e generalmente con 80 ottani, si trova praticamente ovunque anche senza la tessera. Non sono quindi necessarie taniche di scorta e/o serbatoi maggiorati. Al cambio attuale costa per gli iraniani circa 7 (ho detto sette) centesimi di euro al litro, mentre per gli stranieri il prezzo viene generalmente arrotondato a 0,20 euro / litro. In pratica si viaggia gratis.
Non sono riuscito a capire se è benzina verde ma in ogni caso le nostre moto ( le altre erano due GS 1200 e una VStrom 650) non hanno evidenziato malfunzionamenti a parte qualche battito in testa dovuto al basso numero di ottani. Non ritengo pertanto necessario "scatalizzare" la moto come alcuni sostengono. Trattasi comunque di una valutazione personale. Si potrebbe eventualmente aggiungere ad ogni pieno un additivo "octane booster" ma a quel punto il prezzo della benzina diventerebbe simile al nostro.

Il Traffico
Questa è una nota dolente. Il traffico è pazzesco sopratutto in città e gli iraniani guidano come dei pazzi. Poi ci sono quelli che ti sfiorano, ti superano e/o ti inseguono per chilometri solo per salutarti o per farti una fotografia con l'immancabile telefonino. Comunque dopo qualche giorno ci si fa l'abitudine e l'ansia da incidente diminuisce un pò. Consiglio di non abbassare mai la guardia e fare sempre estrema attenzione, in particolare ai veicoli che sopraggiungono da dietro.

Moneta - Carte di Credito - Cambio
La Moneta
La moneta iraniana è il Rial la cui quotazione è in caduta libera rispetto alle valute straniere, tant'è che nonostante l'inflazione sia al 25% anno, il costo della vita per noi europei risulta essere particolarmente basso. Sebbene la moneta ufficiale sia il Rial, tutti gli iraniani parlano di "Toman" che equivale a 10 Rials. In realtà il Toman non esiste ma è una consuetudine esprimere i prezzi in questo modo. In pratica il Rial viene utilizzato solo dalle banche, nelle transazioni ufficiali e nelle sedi istituzionali.

Carte di Credito
Le carte di credito di tipo occidentale (Visa, AmEx, Mastercard ecc) sono vietate per legge e non sono utilizzabili in alcun modo. E' quindi indispensabile avere con sé denaro contante da convertire poi in valuta locale. Alcuni commercianti e qualche albergo accettano anche gli euro applicando però un tasso di cambio sfavorevole. Per la stessa ragione di cui sopra anche il Bancomat non è utilizzabile.

Cambio
Esiste un cambio "ufficiale" praticato dalle banche anche se non tutte cambiano la valuta straniera. Sconsiglio però di recarsi in banca per cambiare gli euro o i dollari (vanno benissimo entrambi) perché si devono compilare almeno 4 o 5 moduli ma sopratutto non è assolutamente conveniente. In effetti esiste un cambio che definirei "corrente" praticato da una catena di cambiavalute reperibili in ogni città, da commercianti nei bazar ed anche da gente per strada. Il tasso di cambio, in questi casi, è circa il triplo di quello praticato dalle banche e l'operazione è ovviamente istantanea senza alcuna formalità.

venerdì 15 novembre 2013

2. Partenza e Avvicinamento


Da Bergamo a Dogubayazit  -  3500 km



Siamo partiti alla metà di Aprile in 4 amici sulle rispettive moto: Michele da Benevento su GS1200 adv, Paolo da Roma su GS1200, Franco da Firenze su VStrom 650 ed io da Bergamo su F800GS.

Nei Pressi di Dogubayazit
La prima ipotesi di itinerario prevedeva che io raggiungessi la Turchia attraverso Serbia e Bulgaria mentre gli altri si sarebbero imbarcati a Brindisi per Igoumenitsa procedendo poi verso Istanbul dove ci saremmo dovuti  incontrare al terzo giorno di viaggio. Per vicissitudini varie ho rinunciato al percorso via terra e anch'io ho preso la nave, anche se da Ancona, per raggiungere il resto del gruppo il giorno successivo a Igoumenitsa.
Avrei voluto dedicare molti più giorni a questo interessante viaggio ma a causa degli impegni di lavoro dei miei amici siamo stati costretti ad accontentarci di poco meno di un mese.
Il Palazzo di Isaak Pasha
Si è quindi deciso di procedere il più velocemente possibile durante l'avvicinamento e il ritorno, rinunciando a soste/visite in Grecia e Turchia per destinare più tempo alla permanenza in Iran. Tutto sommato non è stata una grossa rinuncia visto che Grecia e Turchia le avevamo già girate in lungo e in largo nel corso di precedenti avventure.
Il percorso di andata è stato scelto sopratutto in funzione delle temperature che in quella stagione all'interno della Turchia sono ancora molto basse. Abbiamo pertanto preferito passare da sud, anche se la strada è più lunga, cercando di evitare le montagne ma nonostante ciò ci siamo ritrovati a viaggiare con pioggia e neve e con temperature comprese tra 0 e 10 gradi.

Il cortile Interno
Per questo motivo, ed anche per le informazioni raccolte sul posto, non siamo entrati in Iran dal valico di Sero, come previsto dal nostro programma, ma ci siamo diretti più a nord per passare la frontiera a Bazargan che è il valico più importante tra Turchia e Iran e sicuramente sgombro da neve.

Comunque nonostante le avverse condizioni meteorologiche, dopo 3500 km di noioso e faticoso trasferimento siamo finalmente arrivati  a Dogubayazit.

Essendo ancora presto siamo andati a visitare il seicentesco Palazzo di Ishak Pasa, complesso architettonico costituito da una fortezza con all'interno il palazzo e la moschea. Tappa obbligata e motivo d'orgoglio per il popolo curdo che vale sicuramente la pena di visitare. Rientrati a Dogubayazit, squallida cittadina di frontiera a circa 2.000 metri di altitudine, ci siamo fermati per la notte in un hotel con splendida vista sul monte Ararat. Un pasto frugale e poi tutti a letto perchè l'indomani avremmo avuto una giornata impegnativa a causa del passaggio della famigerata frontiera iraniana ed inoltre per la perdita di 1 ora e mezza dovuta al cambio di fuso orario.

La Sala Principale
     
Dalla finestra della mia camera .....
Il Monte Ararat 5.165 slm

giovedì 14 novembre 2013

3. Finalmente in Iran


L'Ingresso in Iran - Piccoli Contrattempi


Questa mattina sveglia all'alba. La frontiera dista solo solo 25 km dal nostro hotel ma considerando l'ora e mezza già persa in partenza e le probabili 2 ore necessarie per poterla attraversare preferiamo non rischiare.

Arriviamo alla frontiera turca che troviamo semi-deserta, a parte la fila di camion che però fortunatamente segue un altro iter.  Nel giro di mezz'ora espletiamo le formalità di uscita dalla Turchia e ci appostiamo davanti al cancello della frontiera iraniana rigorosamente chiuso. Siamo soli e ci chiediamo : " ma chi vuoi che vada in Iran?". 
A parte noi e i funzionari della dogana c'è solo un individuo che cerca insistentemente di cambiarci gli euro in rials. Finalmente aprono il cancello e ci spostiamo dall'altra parte apprestandoci ad affrontare il solito carosello tra un ufficio e l'altro come sempre avviene in questi paesi.

Non appena chiuso il cancello alle nostre spalle, un funzionario turco visibilmente alterato cerca di dirci qualcosa che non capiamo e si mette pure a litigare con un ufficiale iraniano il quale molto gentilmente ci spiega qual'è il problema. Siamo usciti dalla Turchia senza fare il controllo ai raggi X che però inspiegabilmente riguarda solo 3 delle 4 moto. 
Ormai siamo fuori e ci viene la voglia di mandarlo "a quel paese" ma lui non molla e dopo una lunga discussione trova un accordo con gli iraniani che nel frattempo ci hanno ritirato i documenti.
L'accordo consiste nel riattraversare il cancello con le tre moto e andare in un edificio esterno dove faranno questo assurdo controllo. La situazione è paradossale, loro rientrano in Turchia senza il passaporto mentre io rimango in Iran ad aspettare che questa storia si risolva. Passa un'altra mezz'ora e finalmente vedo ricomparire i miei tre amici sorridenti che ben presto mi raggiungono per affrontare il secondo step.

Ormai siamo diventati amici del funzionario gentile che ci indirizza nei vari uffici di polizia e di dogana e da ultimo anche da una signora vestita di nero che ci sottopone ad un vero e proprio interrogatorio sul motivo del viaggio, sulle nostre idee politiche e sul nostro pensiero riguardo la condizione delle donne in Iran ecc. ecc.
Con un certo imbarazzo riusciamo a districarci alla bene meglio e finalmente possiamo andare a ritirare i documenti non senza aver dovuto sborsare una mancia di 20 euro a testa. 

Riprendiamo le nostre moto e percorriamo i 2 km che ci separano dall'ultimo cancello che, forse grazie alla mancia, troviamo già aperto. Dopo tutte queste peripezie durate più di tre ore entriamo finalmente in Iran.


Ora siamo in Iran e ci avviamo verso Urmia per incontrare Hossein col quale Paolo aveva preso accordi per passare la notte presso la sua guest-house. Il traffico non sembra così caotico come ci avevano detto ma forse è ancora presto per dirlo. Infatti dopo pochi chilometri Franco viene investito da un'auto che usciva da un parcheggio in retromarcia facendogli fare un brutto capitombolo ma per fortuna è finito nell'aiuola spartitraffico senza riportare ferite. Anche la moto se l'è cavata senza eccessivi problemi: una borsa di alluminio deformata ma riparabile, la leva del freno storta e una freccia rotta. Dopo una mezzora siamo riusciti a ripartire.

Ci fermiamo a fare benzina e con un certo disappunto constatiamo che ci fanno pagare il triplo del prezzo esposto ma poi capiremo che è la prassi normale con gli stranieri. Comunque per il pieno ho speso l'equivalente di 2 euro pagando con i soldi cambiati dall'individuo in frontiera.

Tutto procede per il meglio e quando siamo nei pressi di Urmia incrociamo Hossein che nel frattempo ci era venuto incontro.
La guest-house non è esattamente ciò che mi aspettavo di trovare ma comunque Hossein è un bravo ragazzo col quale abbiamo passato la serata in una pizzeria iraniana in compagnia anche di un amico suo. La tanto decantata pizza però è da dimenticare.


mercoledì 13 novembre 2013

4. L'Azerbaijan Iraniano


secondo giorno in iran - kandovan


Con Hossein prima della partenza
La tappa di oggi prevede l'attraversamento del grande Lago Salato di Orumiyeh per giungere fino a Kandovan dove ci fermeremo per la visita del villaggio. Partiamo come sempre piuttosto presto sotto un cielo terso ma con temperatura ancora abbastanza fresca. Dopo aver lasciato alle spalle il caotico traffico di Urmia, ben presto raggiungiamo il lago che si attraversa su un ponte a pagamento il cui casellante ci ha però fatto proseguire senza pagare. In Iran moto come le nostre non esistono e probabilmente non esiste nemmeno la tariffa. Il Lago Salato non è niente di speciale, 6000 kmq di superficie con una profondità massima di 16 metri ricorda il Lago d'Aral e la sua triste agonia.




Dopo le consuete foto di rito procediamo verso l'interno inerpicandoci su brulle montagne spruzzate di neve fino ai 2.000 metri di Kandovan. Fa molto freddo; ci dicono che durante la notte sono scesi 20 cm di neve ma ora c'è il sole e la temperatura sta pian piano salendo. 
Kandovan è uno straordinario villaggio trogloditico le cui case sono scavate nella roccia tuttora quasi tutte abitate.
Alcuni definiscono Kandovan come la Cappadocia dell'Iran ma non gli assomiglia proprio per niente. Il sito è molto più piccolo, trasandato, sporco, poco accogliente e non ristruttutato, ma sicuramente molto più "vero" e genuino
E' abitato da gente umile, prevalentemente costituita da pastori e da piccoli commercianti che cercano di vendere i loro prodotti artigianali ai turisti. Forse sarà la stagione ma noi di turisti ne abbiamo visti ben pochi, solo un pulmino di studentesse incuriosite più dalla nostra presenza che dalla spettacolarità del villaggio.













 
Lasciamo Kandovan nel primo pomeriggio spostandoci verso sud in direzione di Takab dove intendiamo pernottare. La strada è molto bella, piena di curve, attraversa sperduti e caratteristici villaggi di montagna. Una volta giunti a Takab scendiamo al Rangi Hotel che è l'unica sistemazione decente della città. In hotel incontriamo 3 donne italiane che stanno girando l'Iran con una guida e un autista locali. Passiamo così una piacevole serata in loro compagnia approfittando anche della loro guida per ricevere ulteriori informazioni sull'Iran e sul nostro itinerario. 

L'unica nota dolente della giornata l'abbiamo scoperta il mattino dopo al momento di pagare il conto. Nonostante fossero esposti i prezzi, il nostro conto è stato praticamente raddoppiato in quanto ospiti stranieri. Ciò in ottemperanza ad una vecchia quanto assurda consuetudine iraniana. Per contro mi è rimasta la consolazione che per una camera singola con prima colazione più la cena della sera precedente ho pagato l'equivalente di 35 euro.


martedì 12 novembre 2013

5. Da Takab a Hamadan

Fortezze - Villaggi - Panorami - Montagne


Sarà per l'arrabbiatura presa al momento di pagare il conto o per qualche altro più ovvio motivo, sta di fatto che uscendo dal garage sotterraneo dell'hotel ho urtato con la borsa sinistra il portone d'ingresso col risultato di appoggiare la moto a terra. La verifica dei danni evidenzia che si è piegata la leva del freno posteriore, probabilmente urtando il bordo del marciapiede. Fortunatamente sono riuscito a raddrizzarla perfettamente senza che si rompesse e nel giro di pochi minuti siamo potuti partire.

La prima sosta della giornata è a circa 40 km per la visita del Takht-e-Soleiman, (Trono di Salomone) sito Patrimonio Umanità dell'Unesco. E' una fortezza risalente al 500 d.c. costruita intorno ad un cratere con al centro un piccolo lago alimentato da una sorgente di acqua limpidissima. Peccato che sia quasi totalmente diroccata. Gli unici edifici che ci sono all'interno, ma di più recente costruzione, sono occupati da una guarnigione di militari ??















Una volta lasciato il Trono di Salomone e proseguendo sulla strada di montagna che porta a Zanjan, ci ritroviamo a viaggiare immersi nella natura incontaminata, incontriamo alcuni caratteristici villaggi con case di fango e paglia e vediamo davanti a noi paesaggi bellissimi che invitano continuamente a delle soste per fare fotografie.



La prossima tappa è Soltaniyeh per visitare il Mausoleo di Oljeitu, altro sito Unesco. E' un edificio spettacolare di forma ottagonale con la cupola in mattoni più alta del mondo. Purtroppo abbiamo potuto vederlo solo all'esterno perchè all'interno sono in corso dei lavori di restauro che ne impediscono la visita. 

Il Mausoleo di Oljeitu













Riprendiamo la strada con direzione Hamadan dove decidiamo di fermarci per la notte. E' venerdì sera, giorno di festa per i musulmani e la città è completamente bloccata dal traffico. Inoltre i nostri navigatori gps sembrano impazziti al punto che adottiamo il vecchio e sempre valido sistema di farci condurre all'hotel da un taxista. Il taxista orgoglioso di averlo interpellato si lancia in uno slalom pazzesco tra le auto incolonnate facendoci fare anche una rotonda in contromano ma comunque nel giro di 15 minuti ci troviamo davanti al Parsian Hotel. Gentilissimo ed estroverso come tutti gli iraniani, non ha nemmeno voluto essere pagato.

L'hotel è un 4 stelle lusso e le camere doppie, molto belle, costano 45 euro con prima colazione, roba da non credere. 
A conferma che il mondo è veramente piccolo, mentre siamo ancora nella hall per ritirare le chiavi delle camere, arrivano le nostre 3 amiche italiane pure loro nello stesso hotel. Dopo aver passato la serata in loro compagnia ci salutiamo augurandoci di ritrovarci ancora nei prossimi giorni. 

lunedì 11 novembre 2013

6. Il Kurdistan


Il Kurdistan - Un Paese nel Paese


Un "ristorante" lungo la strada

Paesaggi del Kurdistan
Lasciamo Hamadan alle 7:30 prima che il traffico diventi impossibile. La direzione è Nord-Ovest verso Sanandaj, capitale della regione del Kurdistan. Avvertiamo immediatamente che qui c'è qualcosa di diverso, sopratutto la gente, così austera, vestita con gli abiti tradizionali coi pantaloni ampi e fascia in vita, che parla una lingua differente e sembra anche con un tenore di vita più elevato. Il paesaggio è stupendo, montagne e verdi colline coltivate con tale cura da sembrare giardini. Frutteti a perdita d'occhio ci accompagnano fino al pittoresco villaggio di Palangan dove facciamo la prima sosta della giornata.



                                                            Palangan è un magnifico villaggio di case di pietra marrone abbarbicato sulle pendici di uno sperone roccioso la cui vista dall'alto ci regala uno spettacolo unico. Veniamo avvicinati da una persona che parla perfettamente l'inglese e che ci rivela poi essere un professore. Ci fa un sacco di domande, vuole sapere  cosa facciamo da quelle parti, dove siamo diretti, cosa ne pensiamo del suo Paese e della situazione politica, non disdegnando di fare grosse critiche al loro presidente. Insiste per offrirci il pranzo a casa sua ma noi gentilmente rifiutiamo e proseguiamo nella nostra visita.

Colpo d'occhio su Palangan
 













Lasciata Palangan alle nostre spalle continuiamo su stradine di montagna totalmente deserte. Siamo a due passi dal confine iracheno anche se in questa zona non ci sono strade che consentono di attraversare la frontiera. Ci piacerebbe arrivare proprio fino a vedere l'Iraq ma i continui e stressanti controlli a cui veniamo sottoposti dai militari ci consigliano di allontanarci rapidamente.

Ci fermiamo più avanti per mangiare in uno degli onnipresenti ristoranti lungo la strada.  Purtroppo il menù iraniano lascia molto a desiderare. Gli unici piatti che troviamo ovunque sono la zuppa, il riso e il kebab di pecora o di pollo accompagnati da pomodori grigliati. Birra ovviamente neanche a parlarne però in compenso si trova dappertutto la Coca Cola. A mio avviso una delle tante contraddizioni di un Paese il cui presidente dichiara apertamente la sua ostilità verso gli americani. Bah ! potenza delle multinazionali.



 Dopo esserci rifocillati riprendiamo il viaggio verso Kermanshah dove passeremo la notte all'Hotel Jamsid, 4 stelle, al costo di circa 30 euro per la camera singola con prima colazione. Ormai, visti i costi, puntiamo sempre sui 4/5 stelle.