lunedì 4 novembre 2013

13. Verso Kashan


Antichi Villaggi - Deserti - Montagne


Il Castello di Narein

Ad Est di Yazd si estendono i due grandi deserti dell'Iran: il Dasht-e-Lut e il Dasht-e-Kavir nei quali vorremmo addentrarci e rivivere quelle sensazioni di solitudine e silenzio totali che solo il deserto ti sa regalare. Il tempo purtroppo è tiranno e dobbiamo accontentarci di un piccolo assaggio di queste distese sterminate di sabbia e sale.

Procedendo verso Nord ci fermiamo a visitare Meybod che conserva ancora una parte vecchia costruita con mattoni di fango risalente a 1800 anni fa. Dopo aver scattato qualche fotografia al Castello di Narein riusciamo a perderci negli stretti vicoli ma poi inaspettatamente, ci ritroviamo davanti agli edifici storici che stavamo cercando.
Si tratta di un complesso perfettamente restaurato comprendente un antica Stazione di Posta, un Caravanserraglio e una ghiacciaia risalente all'epoca Safavide.

Meybod

La stazione di Posta





                                                  Riprendiamo il viaggio verso Kashan passando per Na'in. Siamo nella regione dove si fabbricano da secoli i più bei tappeti del mondo. 
Man mano che saliamo verso nord, il tempo volge ancora una volta al peggio e ben presto comincia a piovere. Ma come è possibile? Siamo ai margini del deserto! Cose da non credere.













La prossima meta è l'antico villaggio di Abyaneh situato ad oltre 2200 metri slm.
Procedendo ai margini del deserto non possiamo fare a meno di notare due enormi basi militari con in bella evidenza alcune batterie di missili terra-aria. Vorremmo fermarci ad osservare meglio ma molto più saggiamente diamo gas e passiamo oltre.
Al bivio per Abyaneh, davanti all'ennesima caserma , scorgo un militare che fa dei vistosi cenni agli amici che mi precedono. Loro forse non se ne sono nemmeno accorti e proseguono senza fermarsi e così, quando anch'io passo davanti al soldato, fingo di non vederlo e cerco di convincermi che probabilmente ci stava solo salutando.
Mentre mi sto godendo la strada che si inerpica con mille curve su per la montagna, avverto l'ululato di una sirena che si fa sempre più forte e vicino. Con una rapida occhiata allo specchietto retrovisore scorgo una macchina dell'esercito che ci insegue e mentre mi fermo penso: "stavolta siamo nei guai".
Si avvicinano un ufficiale ed un giovane militare con l'AK47 spiegato, mi chiedono i documenti ed io consegnandoli sfoggio uno dei miei migliori sorrisi cercando di intavolare un discorso amichevole. Nel frattempo, non vedendomi dietro di loro, arrivano anche gli altri e tutti insieme spieghiamo ai militari, fortunatamente più interessati alle moto che a noi, che stiamo solo andando a visitare Abyaneh. Prendono nota dei nostri dati (questa volta senza fotocopie) e ci lasciano andare con scambi di sorrisi a 32 denti. 

Abyaneh è un villaggio con case di pietra e fango risalente a 1500 anni fa ma ai nostri occhi si rivela abbastanza deludente, tra l'altro sta piovendo e pertanto ci rifugiamo in un ristorante dove troviamo anche dei polli allo spiedo oltre al solito kebab.

La strada per Abyaneh














Dopo esserci rifocillati riprendiamo la strada per Kashan incontrando delle fabbriche circondate da alte mura con filo spinato e torrette agli angoli. Le insegne indicano che sono fabbriche di vetro ma il dubbio rimane.
Una volta giunti a Kashan ci addentriamo nel suo pittoresco Bazar, considerato uno dei migliori di tutto l'Iran.